“I film Marvel non sono cinema.” Martin Scorsese.
È di qualche giorno fa la polemica nata da Martin Scorsese, che si getta contro i cinecomics Marvel. Secondo lui non sono cinema, sono qualcosa di più vicino ad un parco a tema, in quanto il cinema è veicolo di emozioni.
Tema complesso, che ha portato sicuramente attenzione su di lui e sul suo prossimo film in uscita, “The Irishman”. Non sono tardate le risposte, secondo Samuel L. Jackson, parafrasando: “è come dire che Bugs Bunny non faccia ridere, nemmeno i suoi film piacciono a tutti”; anche Robert Downey Jr. ha risposto, in modo assai più democristiano, dicendo che “ehy, è sempre Martin Scorsese e apprezzo il suo punto di vista”.
È una di quelle situazioni dove un po’ tutti hanno ragione, inutile schierarsi, serve a far parlare di sé.
Quello che mi interessa sottolineare, però, è come sia difficile per un regista old school come l’italoamericano accettare che il mondo possa cambiare, e quindi anche il cinema possa cambiare. Accettare che nella moderna società un mega polpettone di effetti speciali adeguatamente pompato dal marketing possa occupare il gradino più alto della storia degli incassi del cinema, lasciando molto indietro pellicole-capolavoro, come sicuramente alcune delle sue.
È giusto? È sbagliato?
Secondo me dobbiamo smetterla di ragionare in termini così binari, ed abbracciare una realtà più complessa.
Avengers ha semplicemente dimostrato che una produzione cinematografica deve abbracciare al meglio moltissimi settori anche esterni dal film stesso, per garantirsi le vendite ed il successo.
…e a chi mi dice che è “troppo commerciale”, rispondo: “Scorsese dubito lo faccia per beneficenza”. Quindi, non prendiamoci in giro.
E, per tornare ai parchi a tema, cosa sono se non spettacoli di teatro itinerante? Ed il teatro non è la radice del cinema?
Sfruttiamo questa occasione per evitare inutili schieramenti, riguardare qualche film di Scorsese e non dimentichiamo la svolta che Avengers ha dato all’industria cinematografica dei blockbuster, avvicinandola sempre di più a quella ludica e videoluduca.
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