Consigli per produrre Produzione Strategie

Che fare quando i vostri lavori non sono belli?

È dura da ammettere che il corto o il piccolo film su cui si è sputato così tanto sangue in realtà è un po' una schifezza. Rattristarsi davanti ai nostri vecchi lavori non ha molto senso: la critica che avete verso di loro significa solo che siete cresciuti come artisti e questa è l'unica cosa importante. La cosa da fare è solo trovare la forza di non fermarsi e continuare a produrre. È qui che la maggioranza cade inesorabilmente.

La cosa fondamentale nella vita è avere un gruppo di persone che ci aiuti nei momenti difficili. Questo vale anche nel cinema, ovviamente, soprattutto quello micro. Bisogna essere circondati da persone che ci spingano a continuare a sbagliare fino a quando non impariamo. Durante questo processo è importante non preoccuparsi del risultato finale. Sì, non è cosi banale questo approccio metodologico: tutti vorremmo essere il prossimo Kubrick o il Lynch della situazione. Eppure solo facendo le cose peggiori, normalmente, riusciamo a capire il nostro stile, ciò che ci piace e come affinarlo al meglio.

Guardare troppi film può dare la nausea o, peggio, può darci la sensazione di essere migliori di altri. Io stesso ho avuto un passato di questo tipo: data la mia voracità di film e la mia competenza critica pensavo di avere strada spianata nella produzione cinematografica.

Ovviamente, non è tutto così semplice come appare. Nonostante il mio approccio tra un Ghezzi e un De Palma nessuno si è mai interessato a un mio progetto tanto da volerlo produrre in modo ufficilale. Come conseguenza, mi sono dovuto addattare alla pubblicità e alla televisione per sbarcare il lunario.

Non sono riuscito ad entrare nel giro giusto

La cosa importante però è che ho continuato a provarci, con progetti miei e progetti di altri. In questo modo sono riuscito a portare a termine 3 lungometraggi indipendenti, 3 corti distribuiti e premiati internazionalmente (due dei quali di dubbia fattura devo essere sincero) e a dirigere la mia opera prima.

Vi dico quindi cosa ho imparato da tutta questa storia durata un bel po’ di anni:

  1. Accettate il fatto che i vostri primi lavori saranno brutti, non importa quando siete o vi ritenete bravi. Cercate di produrre almeno 5 prodotti prima di valutare il vostro operato.
  2. Circondatevi di un gruppo di persone positive. Non potrete mai riuscire nell’impresa da soli. Il cinema è fatto di supporto, feedback e collaborazione.
  3. Rassicuratevi del fatto che anche i film brutti hanno un loro pubblico. Dico questo per ricordarvi che film brutti vengono prodotti continuamente. E molti di questi film trovano un loro pubblico e fanno pure botteghino. Giusto per dire…

Di esempi ce ne sono a bizzeffe:

tra gli italiani possiamo annoverare sicuramente:

Troll 2: Nonostante il titolo, non è un sequel del film Troll uscito nel 1986 e nessun Troll appare nel film. Rivalutato come cult b-movie, a partire dal 2005, viene proiettato insieme al musical Rocky Horror Picture Show in molte città americane ed europee.

Tra gli internazionali invece spicca The Room.

Non c’è molto da dire su questo film. Vedendolo ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa che non ha senso. Il film però fa parte a gran titolo di quella categoria “so bad, so good” in cui gli orrori sono talmente tanti da apparire un capolavoro del trash. Tommy Wiseau, il regista, lo descrive come una “black comedy” e “miglior film dell’anno”.

È importante ricordarsi sempre che ogni autore parte da qualcosa. Magari riuscite a produrre un piccolo film e vi renderete conto che non siete poi così bravi come pensavate? Magari non vorrete proseguire con la vostra carriera? O magari proverete a fare un altro film, e poi un altro e un altro ancora. Prima o dopo, a forza di sbagliare, riuscirete a capire i vostri errori e allora sì che riuscirete a tirare fuori qualcosa di soddisfacente.

L’importante è non mollare.