Dato però che il cinema è anche un’industria, è molto importante non sottovalutare gli aspetti pratici della gestione di queste complessità. La prima cosa da fare è capire quali sono le fasi in cui si articola la produzione di un film.
Prima di passare alla spiegazione vera e propria vorrei precisare che questo elenco, e le spiegazioni future, sono contenute nel libro “Corso breve di produzione audiovisiva” di Claudio Biondi. In questo libro vengono forniti diversi metodi per classificare le varie fasi in cui si articola la realizzazione di un film.
Il primo metodo consiste semplicemente nel distinguere le macro-fasi di cui avrete tutti sentito parlare:
- Pre-produzione
- Produzione
- Post produzione
Questo metodo però non dà un’idea precisa delle attività che vengono svolte all’interno di ogni fase e questo può creare problemi nella realizzazione del vostro film: ricordatevi che per voi lavoreranno altre persone che devono sapere al meglio cosa fare e, soprattutto, come aiutarvi a realizzare la vostra visione.
Per questo motivo ci viene fornito un altro metodo che, questa volta, suddivide le fasi in base alle attività da svolgere; noterete che già dal nome di ognuna si può intuire cosa viene svolto al suo interno. Per ora questa è solo una spiegazione sommaria che approfondiremo in futuro.
1. Progettazione
Il processo inizia subito con una fase cruciale: l’ideazione del soggetto e la scrittura della sceneggiatura. Esistono varie casistiche: la sceneggiatura può essere commissionata da un produttore o acquisita. Nel nostro caso può succedere (spesso) che il regista, il produttore e lo sceneggiatore coincidano con la stessa persona: in questo caso è importante che la sceneggiatura venga redatta nel modo corretto, per due motivi: prima di tutto perché altre persone che coinvolgerete dovranno leggerla per valutare la vostra idea e secondarimanete perché il metodo di impaginazione chiamato “all’americana” permette di lavorare meglio sul testo successivamente.
2. Pianificazione
Sulla base della sceneggiatura si calcolano i tempi e i costi, attraverso un documento chiamato Studio di Fattibilità: al suo interno si creano dei prospetti dove si calcolano tempi e costi suddivisi per scene, i collaboratori da contattare, le spese per noleggi delle attrezzature e, naturalmente, le paghe dovute. In questo modo si possono desumere il Piano di Lavorazione e il Preventivo dei costi (o Budget), molto vicini a quello che saranno effettivamente.
In aggiunta si fanno delle ipotesi il più possibile realistiche del guadagno previsto, suddivise per metodo: uscite theatrical (cinema), Piattaforme VoD, materiale per Home Video.
Un esempio pratico: per un cortometraggio che ho diretto – un finto documentario ancora inedito che ha per tema centrale l’Amianto, ho realizzato un documento simile, che mi ha permesso di gestire al meglio tempi e costi del progetto anche se durante le riprese ci sono stati imprevisti che non avevo calcolato. Alcune delle luci, a causa di problemi con l’impianto elettrico, si sono bruciate, e non avevo a disposizione i bulbi di riserva: grazie ai miei collaboratori sono riuscito a girare quella scena ugualmente, ma la qualità era ben diversa da quello che mi aspettavo e mi ha costretto a stravolgere la correzione colore in seguito.
Con questa esperienza diretta ho imparato una cosa molto importante: gli imprevisti sono sempre “dietro l’angolo” e quindi in questa fase bisogna fare anche previsioni dei rischi, capire le probabilità e l’impatto che possono avere sulla qualità delle riprese, e pianificare un modo per affrontarli al meglio.
3. Finanziamento
Come suggerisce il nome, è la fase dove si ricercano i fondi: si tratta di una fase importante ma anche molto delicata. Cercare investitori non è mai semplice, ma per un film ancora da realizzare è ancora più difficile dato che film ancora non esiste, per quanto l’idea sia ben strutturata, il progetto ben pianificato e il tutto sia presentato in maniera professionale. Senza dilungarmi troppo su questioni tecniche o troppo specifiche, posso consigliare un metodo per registi emergenti come me che ben si adatta al contesto odierno.
Ormai i metodi per finanziare un film, anche indipendente, sono moltissimi, e molte volte vengono utilizzati contemporaneamente per completare il budget calcolato: dal cercare fondi pubblici a livello nazionale o europeo, contattare aziende che possono utilizzare la Tax Credit o il Tax Shelter per rientrare parzialmente nei costi, raccolte fondi online (Crowdfounding).
Tra tutti i metodi il Crowdfounding è quello che dà il maggiore vantaggio: le persone che scelgono di aderire e donare saranno futuri spettatori: si crea quindi attorno al progetto un gruppo di persone che saranno pronte a tempo debito a sostenerlo – si viene quindi a creare una comunità, la spina dorsale del proprio pubblico e campione abbastanza valido per il target a cui il film si rivolgerà.
4. Preparazione
Approvigionamento di tutto il necessario per la lavorazione: trovare le location, reperire le attrezzature sceniche (le props) e i materiali per costruire la scenografia o per riadattare interni già presenti. Questi materiali si possono trovare nei mercatini dell’usato e nei negozi che vengono materiali per l’edilizia.
Sempre riferendomi al mio cortometraggio, sono riuscito a trovare un appartamento sfitto che ho potuto utilizzare come location della maggior parte della scene, riadattandolo a quello che volevo visivamente ottenere. Sempre su questo lavoro, mi serviva anche la location di un ufficio: qui ho chiesto gentilmente il permesso ad un’associazione di volontariato del mio paese, convincendoli spiegando l’importanza del tema centrale del cortometraggio – nel mio caso molto sentito anche da questa associazione. La scelta di girare “in location” è la migliore per non incappare in costi impossibili, senza contare che servono dei professionisti per queste cose.
5. Riprese
Sulla fase delle riprese ci sarebbe molto da dire per l’ovvia ragione che è la fase più onerosa dell’intero processo, dove tutto il lavoro svolto in precedenza viene concretizzato. Si tratta di una fase anche molto delicata sul piano progettuale: il regista – nel nostro caso ognuno di voi – dovrà coordinare una squadra per portarla a dare il massimo per realizzare la sua visione, e questo vale per qualsiasi prodotto, indipendente o meno.
In questi casi si parla dei conflitti e della loro gestione: esattamente come nella narrativa, il conflitto è il contrasto tra gli obiettivi di due o più persone. Il regista ha l’importante compito di appiattire i conflitti, perché c’è in gioco la qualità delle riprese e di conseguenza del film – e tutto ciò avrà un impatto economico. Per questo motivo i conflitti vanno spostati verso la fase meno dispendiosa in termini economici: in questo modello di 7 fasi la fase ottimale è la pianificazione, perché nella redazione dello Studio di Fattibilità si discutono anche le scelte di inquadrature, fotografia e regia in generale – tutte scelte che si raggruppano nel termine Vision.
Per ottenere un risultato ottimale, tutte le figure coinvolte sul set dovranno aver chiara la Vision e condividerla, soprattutto le figure chiave che la rendono materialmente possibile (Produttore, Regista, Direttore della Fotografia, Fonico, tutto il cast principale degli attori).
6. Edizione
Il termine Edizione si riferisce alla trasformazione del materiale acquisito nelle riprese per ottenere il film completo, e comprende: montaggio, correzione colore, sound design e la finalizzazione del film completo. Naturalmente non è così semplice, perché il montaggio può cambiare drasticamente il destino del film. In questa fase il discorso sulla Vision è ancora più importante, soprattutto se collaborerete con dei montatori che avranno a loro volta una visione del film e di come andrà gestito nel ritmo e sequenzialità delle scene.
Nel mio caso io stesso sono stato montatore del mio cortometraggio e quindi come avere dei pareri o dei consigli obiettivi? L’ho semplicemente mostrato ai miei familiari, a colleghi o amici – persone che mi conoscono personalmente, ma che non avevano aspettative sulla qualità del lavoro, dando quindi un’opinione sicuramente non da professionisti, ma abbastanza sincera da farmi capire com’era il risultato finale.
7. Lancio
La fase dove si prepara il materiale pubblicitario e promozionale, come locandine e volantini, ma anche la fase dove si tirano le somme sui guadagni del film – anche questo sempre in via teorica. Il discorso su questa fase si riaggancia al concetto della comunità, termine molto utilizzato sul web: creare una comunità online e tenerla attiva e coinvolta fino all’uscita del prodotto finito permette di creare aspettativa.
Dato che in questo caso si entra in discorsi relativi alla pubblicità e al marketing online, che sono settori molto specifici, mi rifaccio a consigliarvi di creare una comunità online per il vostro film mantenendo sempre un atteggiamento trasparente e onesto verso i membri. Sul web esistono moltissime piattaforme dove i membri possono condividere contenuti ed opinioni relative al vostro progetto. L’importante ovviamente è mantenerla attiva.
Tutte queste fasi hanno una peculiarità: fanno parte di un processo molto flessibile che si può ben adattare a qualunque tipo di film vogliate produrre. Per esempio, la Pianificazione può iniziare mentre si sta ultimando la revisione della sceneggiatura, così come l’Edizione può iniziare mentre le Riprese sono ancora in corso o ancora il Lancio può iniziare fin dall’inizio con la promozione.
Quale che sia il prodotto a cui vogliate dar vita, l’importante è partire fin da subito con un buon metodo di lavoro.
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