E allora eccovi qua una serie di dati trovati sulla rete che ci danno delle indicazioni importanti su questo genere cinematografico che sembra aver ritrovato splendore negli ultimi anni:
- I film Horror sono i più profittevoli
- …sono anche i più rischiosi
- La qualità artistica non è fondamentale
- La distribuzione può essere molto ampia o molto piccola
- Il pubblico dei film Horror è normalmente della “classe operaia”
Andiamo allora a vedere queste caratteristiche in dettaglio…
1. I film Horror sono i più profittevoli
Analizzando dati reali, è possibile fare una stima della vendibilità e profittabilità della maggioranza dei film Horror. Ovviamente, per facilità di analisi e tendenza, si prenderanno in esame quelli in lingua inglese. Sono presenti tutti i flussi di incasso (da cinema a televisione) e tutti i costi (inclusa promozione, distribuzione e commissioni). I dati sono quindi riferiti al netto per il produttore.
Il vincitore è Saw, un successo molto ampio che ha incassato oltre $130 milioni a fronte di un budget di $1.2.
Nello schema sottostante sono state messe le percentuali di profittabilità dei film analizzati. Per chiarezza ed esempio, un film con budget $2mln che ha avuto un profitto netto di $4 mln avrà una percentuale di profittabilità del 200%.
N.B. “E Paranormal Activity?!” . Questo studio si è basato su film con budget tra $500k e $5 milioni escludendo quindi progetti come Paranormal Activity, essendo troppo poco costosi. Per onestà di contenuto, c’è da dire che se Paranormal Activity fosse stato incluso nella lista avrebbe avuto una percentuale di profittabilità del 20,000%!
Se allarghiamo il nostro focus alla lista di tutti i film distribuiti, ci rendiamo subito conto che il genere Horror è il più profittevole. Si stima che oltre metà degli horror distribuiti negli Usa riescano a far profitto, nonostante tutti i costi. Molto meglio del Drama, per il quale solo 1/3 dei film riesce a rientrare dei costi.
2. …sono anche i più rischiosi
Perché allora non si fiondano tutti a produrre solo film horror? La prima risposta è semplice: dato l’alto tasso di profittabilità, il mercato ha cominciato a saturarsi piuttosto in fretta.
La seconda è che non è tutto oro quel che luccica. C’è infatti un rischio nascosto: anche se è vero che film horror profittevoli sono comuni, è anche vero che lo sono quelli in perdita. Questo è evidente analizzando la durata della distribuzione sala. In media, i documentari stanno in sala per almeno 5 settimane mentre gli horror solo 2,5.
Questo significa che i film horror sono molto più dipendenti dai primi giorni di programmazione di altri generi, e quindi molto più dipendenti da una buona campagna di marketing (e tanta fortuna).
3. La qualità artistica non è fondamentale
Data la necessità di un marketing intelligente e ottimi primi giorni di programmazione, non è una sorpresa se la qualità del prodotto non è necessaria per il suo successo.
Quando si analizzano i voti di pubblico e critica e li associamo ai film horror di maggior successo, ci rendiamo subito conto di questa specifica. Per un Drama tutto questo sarebbe impossibile, dato che per questo genere la qualità artistica, associata magari a una felice traiettoria festivaliera, rappresenta la caratteristica fondamentale del successo.
Il pallino blu rappresenta un 6.4 di IMDb e 55 di Metascore, cioé la media di tutti i film usciti. Questa tabella mostra come più della metà dei film horror sono peggio della media generale, enfatizzando ancora di più come non ci sia relazione tra profittabilità e qualità in questo genere cinematografico. Anche i film più profittevoli sono stati considerati mediocri da critica e pubblico.
4. La distribuzione può essere molto ampia o molto piccola
Se un film horror viene preso per una distribuzione tradizionale, possono succedere due cose: o verrà distribuito ampiamente (es. più di 2,000 cinema) o molto poco (es. sotto i 50 cinema). Perché così pochi film nel mezzo?
- Il modello delle Major: fare uscire il film nel più alto numero possibile di cinema e sperare che il trailer attiri il maggior numero di persone nei primi giorni di programmazione.
- Il modello indipendente: portare il film in tour, proiettandolo per pochi giorni alla volta.
5. Il pubblico dei film Horror è normalmente della “classe operaia”
Analizzando alcuni dati inglesi, si evince che la stragrande maggioranza del pubblico Horror appartiene alla fascia sociale medio-bassa. Solo il 21% delle persone che guardano film horror sono nelle fasce A e B, mentre nel genere Drama salgono al 33%.
Questo non sta a significare che film horror sofisticati non possono esistere (si veda l’esempio del recente Hereditary). Significa solo che la maggioranza dei film horror profittevoli non ricercano alcun tipo di arte. Il marketing non fa sconti e non giudica, ma analizza: questi film sono rivolti a un pubblico che si identifica con gusti generalmente meno sofisticati.
Conclusioni
La buona notizia è che l’Horror è un genere che produce film profittevoli e con budget spesso modesti. Misurando tutto dal mero punto di vista economico infatti, l’Horror è sicuramente il genere migliore per l’industria.
La cattiva notizia invece è che è un genere imprevedibile e che si fonda su un’ottima campagna di marketing e buona fortuna. Questo è ancora più valido per i produttori piccoli e indipendenti che hanno necessità di trovare strade distributive o di crearle in maniere alternativa. È indispensabile quindi saper spendere bene i soldi sul proprio pubblico potenziale.
La chiave creativa per un autore è quella di trovare un gancio tanto interessante da rendere la vita di un distributore più facile. Come detto altrove (leggete per esempio Come far spiccare il tuo film tra la folla) è fondamentale pensare a questo aspetto il prima possibile, cioé ancora prima della fase di soggetto. Considerate, come esempi, tutti i film più di successo degli ultimi anni (Saw, Paranormal Activity, Get Out, The Purge) e come sono stati in grado di comunicare il messaggio del film in modo chiaro e inequivocabile solo da poster e trailers.
** I dati di queste analisi arrivano da studi comparati e rielaborati da Stephen Follows e Bruce Nash.
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