- Ci puoi presentare il tuo progetto? Breve trama, cast tecnico/artistico, giorni di produzione, budget complessivo (compreso gratuità o tempo lavorativo non retribuito)
Simone e Marla si amano alla follia sono giovani ma senza soldi e rischiano di perdere anche la stanza dove vivono a Roma. Decidono così di vendere la loro intimità facendo video porno on-demand per racimolare così qualcosa che gli possa permettere di sopravvivere. Ma con quali conseguenze? I protagonisti sono Nataly Beck’s e Francesco Maccarinelli, li ho scelti perché già avevo lavorato con loro e conoscevo perfettamente la loro abilità di diventare i personaggi invece di limitarsi ad interpretarli semplicemente.
Per un film così, basato sui corpi e sulla verità dei corpi, era fondamentale la scelta di attori capaci di lasciarsi andare, soprattutto nei momenti di improvvisazione, in cui i personaggi possano acquisire ancora più verità rispetto alla scrittura. Sono davvero loro riconoscente per la fiducia e la disponibilità che mi hanno dato. A completare il cast, Federico Rosati e Francesca Renzi, con i quali avevo già lavorato in altri progetti, entrambi dotati di grande sensibilità artistica e capacità di trasformazione notevole (Rosati è ingrassato 11 kg per interpretare Bidini). Infine ci tengo a sottolineare l’importanza dei ruoli di Vito Napolitano e Luca Buongiorno che sono riusciti a dare emotività e profondità a due scene molto delicate nello sviluppo narrativo del film.
Sex Cowboys è ispirato al cinema di Cassavetes, ma anche alla musica punk, dove con due accordi si poteva creare una canzone potente e diretta. Per questo volevo una troupe minimale, sole 4 persone: io, Sandro Chessa (direttore della fotografia e operatore), Ivano Staffieri (fonico) e Serena Cortellessa (costumi). Avevo già lavorato con loro su altri progetti e quindi ero sicuro che il clima sul set sarebbe stato ottimo e così è stato nei 16 giorni di girato del film. Lavoravamo 6-7 ore massimo al giorno, comprese le pause. Sono stati davvero dei giorni bellissimi, una troupe affiatata e compatta, rapida nel girare ogni scena e altamente professionale. Il budget complessivo del film è stato di soli 5000 euro.
- Cosa ti ha spinto ad intraprendere la realizzazione del film?
Sinceramente ero stanco di aspettare le lungaggini burocratiche necessarie ad ottenere i finanziamenti. Avevo una storia forte, le idee chiare e l’urgenza di girare la mia opera prima. Mi piacciono le sfide e girare con sole 4 persone di troupe, con mezzi ridotti al minimo, rappresentava davvero una gran bella sfida.
- Quanto tempo fa hai cominciato a ideare il progetto e dopo quanto hai cominciato la produzione?
Tra ideazione del progetto e produzione sono passati pochi mesi: a maggio ho avuto l’idea, ne ho parlato con gli attori che subito si sono dimostrati entusiasti di quest’avventura e ad ottobre eravamo sul set. Durante l’estate avevo lavorato duro scrivendo tre versioni della sceneggiatura, girato un teaser diretto e punk con i due attori protagonisti che Youtube aveva bannato dopo che aveva raggiunto quasi 150.000 views e avevo migliorato ulteriormente lo script provandolo con gli attori, aggiustando la scrittura fino a trovare la giusta alchimia nelle scene da girare e dare così quella verità ed emozione che per me, come regista, è fondamentale.
- In quanto tempo, dall’ideazione, hai completato il progetto? Avevi una deadline di qualche genere?
Il quarto giorno di riprese Marco Puccioni è venuto a trovarci sul set, già aveva letto lo script e visto il teaser. Ha guardato come giravo, ha visionato i precedenti giornalieri ed ha deciso di entrare nel progetto assieme al suo socio Giampietro Preziosa e la loro Inthelfilm. Per noi era davvero il coronamento di un sogno: una produzione con oltre 20 anni di esperienza aveva riconosciuto il nostro talento, ci avrebbe aiutato con la post-produzione e a trovare una distribuzione per il film, oltre a metterlo in regola a livello burocratico, aspetto del quale non ero minimamente a conoscenza. A novembre avevo già tirato giù una prima versione del montaggio, sulla quale io e Marco abbiamo lavorato assieme alla montatrice Ilenia Zincone per arrivare a dargli la corretta forma in base anche ai feedback ricevuti dall’esterno. Ovviamente essendo un film a basso budget abbiamo dovuto attendere diverso tempo per sbloccare alcuni fondi e, in contemporanea con i nostri altri lavori, arrivare alla versione finale del film che è stata quella presentata al RIFF – Rome Independent Film Festival, ovvero a novembre dell’anno successivo.
- In che modo hai cercato/trovato risorse economiche e collaboratori per produrre il tuo lavoro?
All’inizio due case di produzione di Roma erano interessate ad investire nel progetto e avevano già approvato con entusiasmo la sceneggiatura, ma quando la prima si è tirata indietro anche la seconda ha fatto lo stesso. Quindi non mi restava altro da fare che scommettere su me stesso. Se non credi in te stesso, chi altro lo farà? Di conseguenza le risorse economiche sono state i miei risparmi messi da parte con il lavoro di regista di videoclip e il compenso dell’opzione di un soggetto per una serie tv da parte di Magnolia.
- Quali sono i problemi progettuali che, secondo te, ti hanno impedito di trovare le risorse di cui avevi bisogno?
La forte componente sessuale della storia. Non racconta precari sfigati ma simpatici, né i soliti criminali da fumetto. Racconta persone vere che potrebbero abitare nell’appartamento di fianco a ciascuno di noi, decise e piene di vita, che invece di lamentarsi decidono di darsi da fare con quello che sanno fare meglio: scopare. Sex Cowboys racconta una generazione che ci sta sfuggendo di mano e quella generazione è la nostra, quella che nessuno racconta perché i perbenisti non gli danno modo di raccontarsi. Gli stessi perbenisti che poi fanno svettare a oltre 188.000 visualizzazioni il trailer.
- Come hai creato la tua troupe? Se non erano amici, in che modo hai trovato e coinvolto gli estranei? Come li hai convinti sulla bontà del tuo progetto?
La troupe era composta da persone che avevano già lavorato con me sui cortometraggi o sui videoclip, quindi per coinvolgerli, oltre al compenso, c’era già una solida base di stima. E poi… chi non avrebbe voluto lavorare ad un film così selvaggio?
- Qual è l’errore n.1 che pensi di aver commesso durante l’intero processo produttivo e che oggi non ricommetteresti più?
Il film è stato pensato e scritto per essere girato con 5000 euro. Quindi il budget non è stato un problema al momento della produzione, ma lo sono state le limitazioni e le semplificazioni che ho dovuto fare per rendere la storia girabile. Con un budget più elevato a disposizione avrei potuto girare una sceneggiatura migliore e rendere il film meno imperfetto. Considero infatti la sceneggiatura di Sex Cowboys la peggiore tra quelle che ho scritto. Ma questo era il prezzo da pagare per girare senza continuare ad aspettare.
- Qual è il pubblico del tuo film? Come lo hai cercato? Come lo stai coinvolgendo o lo hai coinvolto?
Il pubblico di Sex Cowboys va dai 16 anni ai 40, più o meno. Sono le persone che non hanno smesso di sognare, che preferiscono vivere la loro vita che quella imposta da altri, che odiano annoiarsi e lottano per i loro sogni anche quando sono così semplici ma forti come l’amore. Sex Cowboys parla a tutti quelli che ancora non hanno trovato il proprio posto nel mondo ma non si stancheranno mai di cercarlo, costi quello che costi. A livello comunicativo abbiamo Tommaso Marricchi che da un paio di settimane è il social media manager del film. Con lui e Marco Puccioni abbiamo studiato una strategia comunicativa che in questi giorni inizia a dare i suoi frutti. E ci accompagnerà fino alla fine del Sex Cowboys Tour.
- Quali sono le aspettative distributive che ti sei posto? Come hai programmato di ottenerle?
Il film ha vinto il RIFF – ROME INDEPENDENT FILM FESTIVAL ed il premio era un contratto di distribuzione che la distributrice New Gold Entertainment ha rifiutato di ottemperare dicendo che il film, sue testuali parole, era “scabroso”. Quindi già abbiamo avuto un inizio difficile. Nonostante questo il film è stato acquisito dalla Wide di Parigi ed è stato venduto in Australia, Regno Unito, Germania, Corea del Sud e Taiwan. Ma era in Italia che noi volevamo uscire, perché comunque è qua che viviamo ed è qua che vogliamo farlo conoscere, quindi per noi era fondamentale trovare una distribuzione italiana. Purtroppo però nessuna ha voluto investire nel progetto, sostenendo che i problemi principali del film erano: un film troppo giovanile, mancanza di attori noti al grande pubblico e troppe scene di sesso. Ma a noi non piace arrenderci. Quindi, grazie ai traguardi raggiunti dal film all’estero, abbiamo deciso di intraprendere un percorso distributivo autogestito.
Quello che abbiamo fatto fin dalla nascita dell’idea di Sex Cowboys è stato lottare contro i tabù . Non ci piace arrenderci senza aver lottato con ogni risorsa e quindi, così come è stata autogestita la produzione del film, così la sarà la distribuzione. In questi giorni infatti stiamo facendo crescere l’interesse del film sui social. Avevamo già una pagina Facebook, ne abbiamo creata da poco una Instagram e a breve creeremo quella Twitter: vogliamo dare al Sex Cowboys Tour la massima visibilità sfruttando i nostri media e i contatti che abbiamo: dal 17 al 20 gennaio il film sarà proiettato al cinema Aquila di Roma, per poi raggiungere altre città come Milano, Genova, Torino, Bologna e altre con le quali stiamo prendendo contatti. Ad ogni proiezione sarò presente assieme ai membri del cast, in modo da poter parlare e toccare con mano il parere del pubblico. Ci sarà da divertirsi.
- (Se le tue aspettative non sono state mantenute) Quale credi siano stati i problemi progettuali/economici/marketing che ti hanno impedito di raggiungere i tuoi obiettivi?
Purtroppo oltre alle motivazione descritte prima per cui Sex Cowboys è stato rifiutato dai distributori (troppe scene di sesso, film troppo giovanile, mancanza di attori noti), i problemi sono anche altri: questo è un film creato al di fuori delle logiche produttive convenzionali, che affronta tematiche scomode tali da ottenere il divieto ai minori di 18 (“un film scabroso, laido e repellente alla visione, dove i protagonisti sono disadattati e sbandati senza ambizioni ideali e senza futuro” visto censura MIBACT) e questo impedisce al film di essere venduto alle televisioni in chiaro e di recuperare i massicci investimenti di promozione che, come per ogni esordio, sono necessari per far conoscere il film e spingere le persone ad andarlo a vedere. Di conseguenza rappresenta un rischio gigante per una distribuzione e, considerato che in Italia la maggior parte delle distribuzioni sono piccole, lo rende non appetibile. Infatti alcune ci hanno chiesto di investire metà budget distributivo per poterlo portare avanti. Ma non aveva senso: uscire in sala una settimana senza un’adeguata promozione è come non essere usciti. Se nessuno sa che il film esiste, nessuno andrà a vederlo. Per questo abbiamo deciso di prenderci noi questa responsabilità: saremo noi a darci da fare, anche andando in strada con i volantini stampati per farlo conoscere, se servirà. Perché se uno vuole una cosa, la prende. Questo è quello in cui credo. Non a caso Sex Cowboys si chiude proprio con questa battuta.
- Hai negoziato con Sales Agents o Distributori? Se sì, puoi raccontarci il tuo approccio e la tua esperienza diretta?
Il nostro Sales Agent per l’estero è la Wide di Parigi, con cui ha trattato direttamente Marco Puccioni. Siamo stati felici di essere stati scelti e rappresentati da Wide perché ci ha permesso di vendere all’estero il film (Australia, Regno Unito, Germania, Corea del Sud, Taiwan). Senza i suoi contatti e la sua esperienza nel settore non saremo certo riusciti a far arrivare il film in tutti quei paesi. Invece per l’Italia abbiamo già l’interesse di CG Entertainment per l’uscita in DVD, che è programmata a fine tour.
- Nell’approccio con un Sales o un Distributore, qual è un consiglio valido che daresti a un autore/produttore alla prima esperienza?
Il consiglio che posso dare è di scegliere qualcuno che sia veramente interessato al film e soprattutto interessato ad investire davvero. Senza investimento non c’è vendita: sono direttamente proporzionali, quindi più sarà alto l’investimento del sales/distributore e maggiore sarà la vendita.
- Puoi nominare cinque consigli “molto pratici”, e per te fondamentali, da dare a chi sta per produrre un piccolo film?
1) La sceneggiatura: cura bene ogni dettaglio, poni attenzione alle emozioni e al loro fluire, non ti accontentare. Deve essere il massimo che riesci a fare. Senza storia non c’è film. Soprattutto se il budget è piccolo. Ho visto moltissimi film a basso budget e quasi sempre il problema principale non sono stati i mezzi ma la storia: o troppo prevedibile o troppo astratta e intellettuale o priva dello sviluppo narrativo in tre atti o autobiografica noiosa. Inoltre se la sceneggiatura è ben scritta ed i personaggi sono interessanti ti sarà ancora più facile convincere troupe e cast a lavorare sul tuo film.
2) Le location: riduci al massimo le location così risparmierai sui tempi di spostamento e tempo equivale a denaro. E soprattutto eviterai il secondo problema dei film a basso budget: il “vorrei ma non posso”. Meglio non girare qualcosa che girarlo male: le location “arrangiate” si notano subito, perché portano fuori dall’atmosfera del film con le loro incoerenze.
3) Il cast: se la sceneggiatura è buona e gli attori sono scelti bene, anche il film funzionerà. Non sarà come girare con un budget adeguato, ma il film avrà comunque una sua dignità. Lavora bene in fase di selezione e di prove con loro, in modo da portare la scena già all’80% del suo potenziale prima di andare sul set.
4) La troupe: scegli persone con le quali hai già lavorato, così eviterai brutte sorprese che su un film piccolo diventano ancora più ingestibili.
5) Il clima sul set: spetta al regista tenere alto l’umore e la motivazione sul set, specialmente in un film a basso budget. Il regista deve capire bene come gestire i tempi in modo da non sovraccaricare nessuno. Se c’è uno che non deve mai mollare è il regista e deve essere sempre carico d’entusiasmo, perché è solo grazie alla troupe e al cast che potrà coronare il suo sogno.
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