La maggior parte degli sceneggiatori vorrebbe sapere di cosa sono in cerca i produttori. Non c'è una risposta a questa domanda, dato che gusti e mercato cambiano costantemente. L'unica cosa che rimane fondamentale è la storia.
Sembrerà una banalità, ma quello che cattura l’attenzione di un lettore (e quindi di un produttore) è una scrittura originale e ben strutturata. Ecco alcuni piccoli consigli che mi sento di dare (in base a quello che ho imparato dall’esperienza personale) a chiunque abbia l’intenzione di sottoporre le proprie sceneggiature per valutazioni esterne :
- Avete una sceneggiatura pronta per essere letta da professionisti? Bisogna essere onesti qui: i produttori e gli agenti sono infangati da scritti che spesso sono di basso livello creativo e grammaticale. Non hanno bisogno di altro materiale zoppicante. In effetti, se ci fate caso, diventa sempre più difficile far leggere una sceneggiatura a chi di dovere e per questo motivo, quando decidete di sottoporla, dovete essere sicuri che rispetti il livello professionale e creativo che ci si aspetta da un mestierante. Avete poche possibilità di farvi conoscere in questo senso e la prima impressione è sicuramente fondamentale.
- Non raccontate le cose, mostratele. Molte spesso, nelle sceneggiature ci sono scene in cui i personaggi PARLANO e PARLANO…Ricordatevi che una sceneggiatura è la base per un racconto VISIVO. Le informazioni da dare in lettura quindi devono rispecchiare questo aspetto e limitarsi solo a ciò che succede nella scena. Dovete quindi chiedervi sempre come far capire quello che volete dalle azioni (e dai dialoghi) dei personaggi e dalla loro interazione nella storia. Pipponi di dialogo e voci fuori campo sono stratagemmi che funzionano bene solo per pochi autori, credetemi.
- Rileggete il vostro lavoro molte volte prima di inviarlo. Il concetto è che una lettura non è abbastanza. State attenti poi perché, essendo voi gli scrittori, è facile che saltiate parole o anche righe di testo. Rileggere vi dà l’opportunità di fare cambiamenti e valutarli alla luce delle nuove idee. E controllate BENE che non ci siano errori di battitura o uso sbagliato di parole. Anche se queste cose non sono GRAVISSIME, rendono comunque la lettura più complicata e non danno un’immagine di professionalità.
- Le storie migliori sono quelle multidimensionali. La vita stessa è intricata e sfumata, quindi non ha molto senso scrivere storie lineari e noiose, no? Tanti anni fa ebbi l’onore di partecipare alla prima di Forrest Gump con Robert Zemeckis e ricordo di come disse che ogni scena di un film non dovrebbe riguardare solo su un problema specifico dato che, nella vita, ogni momento comprende diversi livelli di problemi. Quando una storia ha profondità ha molto più da offrire.
- I lettori sono umani. In un mondo perfetto i lettori sarebbero imparziali e oggettivi in ogni circostanza. La realtà, però, è molto diversa. Il lavoro dei lettori è quello di applicare la loro esperienza per giudicare e analizzare storie per il cinema scritte da altri. E sono umani: questo significa che il loro giudizio è influenzato da tanti fattori, compreso come si svegliano la mattina o se hanno litigato con i partner. Ci sono poi anche lettori non proprio capaci che non cercano una obiettività, ma solo aver qualcosa da dire SEMPRE e COMUNQUE. Il concetto di fondo è che se credete nel vostro lavoro, non dovete lasciarvi influenzare troppo dai commenti negativi: cercate di imparare a distringuere quelli utili da quelli di facciata. Continuate a lavorare sullo script e fatelo girare fino a quando tutte le persone importanti per il progetto avranno dato una loro opinione. Solo a quel punto potrete decidere se passare ad altro, o continuare a lavorarci.
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