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Come ho girato il mio film: storia di “Peggio per me”

Iniziamo una serie di interviste ad autori/produttori nobudget che speriamo possano essere di aiuto a chiunque voglia intraprendere un percorso simile. Parliamo di Peggio per me, opera di Riccardo Camilli, e del suo processo produttivo.
  1. Ci puoi presentare il tuo progetto? Breve trama, cast tecnico/artistico, giorni di produzione, budget complessivo (compreso gratuità o tempo lavorativo non retribuito)

Il film ruota intorno a Francesco, quarantaduenne che ha provato a costruirsi una vita normale, ma che in pochi mesi gli è crollata addosso: sua moglie lo ha lasciato e lui è stato costretto a tornare dalla madre. Tutta la sua vita sembra andare in pezzi e Francesco sente di non fare più la differenza per nessuno al mondo. Decide di compiere il gesto più estremo e disperato… ma mentre sta scavalcando il ponte, arriva da lontano la voce di un bambino che lo ferma appena in tempo. Terrorizzato, torna alla sua auto per scoprire che quella voce viene da una vecchia cassetta…è lui da bambino che gli ricorda che bisogna avere forza. E tutto cambia…

“Peggio per me” è in fondo una commedia. È stato girato con cadenze medie di due giorni mensili, in cui volta per volta, si faceva un piano di lavorazione su un singolo giorno in cui determinati attori erano disponibili. In tutto, i giorni di riprese sono stati 23, più un pomeriggio di drone, che ha effettuato le riprese su Monterotondo per i titoli di testa ed alcuni momenti sparsi nel film, compresi quelli girati al Parco del Veio, sulla Braccianense, alle porte di Roma, location della scena del “tentato” suicidio di Francesco. 23 giorni, quindi, “diluiti” in un arco di tempo di un anno esatto. Il budget di cashflow (spese vive) è stato di poche migliaia di euro, ma mettendo insieme gratuità e tempo investito la cifra aumenta notevolmente. Molti fanno l’errore di “vantarsi” troppo del budget risicato, e con i film successivi (chi è riuscito a fare l’opera seconda), ne hanno risentito, ricevendo budget ridicoli dalle produzioni.

  1. Cosa ti ha spinto ad intraprendere la realizzazione del film?

La risposta è sempre e solo la passione, la necessità di raccontare una storia. Se si pensa al guadagno o alla notorietà, non vale proprio la pena iniziare un progetto. Si dovrebbe fare Cinema, qualsiasi genere si tratti, solo ed esclusivamente per la necessità di raccontare.

  1. Quanto tempo fa hai cominciato a ideare il progetto e dopo quanto hai cominciato la produzione?

L’idea è nata gli ultimissimi giorni del 2014, da un mio sogno. Questo tipo di avvenimenti sono vere e proprie benedizioni perché da un flash perfettamente scandito nella tua mente, riesci ad impostarci una storia intorno… Sono cose che succedono una o due volte nella vita. Ho quindi impostato soggetto e sceneggiatura nei primi 6 mesi del 2015,  e dopo aver ricevuto le solite risposte approssimative da parte di un paio di produzioni, mi sono messo in moto per realizzarlo da me, con pochissimi soldi e tanta gente talentuosa e desiderosa di fare un film diverso.

  1. In quanto tempo, dall’ideazione, hai completato il progetto? Avevi una deadline di qualche genere?

Non c’era deadline. Dopo aver girato (fine 2016) diciamo che ho portato a termine tutto durante il 2017, con ultimi tagli e revisioni all’inizio del 2018. Diciamo quindi 2 anni.

  1. In che modo hai cercato/trovato risorse economiche e collaboratori per produrre il tuo lavoro?

C’è stato un crowdfunding, che è riuscito a coinvolgere solo una cinquantina di persone… Il resto è stato fatto coi miei risparmi.

  1. Quali sono i problemi progettuali che, secondo te, ti hanno impedito di trovare le risorse di cui avevi bisogno?

Partendo da sconosciuto, senza fondi e sponsor, le produzioni/distribuzioni non hanno trovato interesse immediato. Questa è una consuetudine. C’è sempre un buon pretesto per dirti che il tuo film non va bene, non vale o non è in linea con i loro target.

  1. Come hai creato la tua troupe? Se non erano amici, in che modo hai trovato e coinvolto gli estranei? Come li hai convinti sulla bontà del tuo progetto?

Dopo quasi 20 anni di lavori indipendenti, ci si crea tante amicizie in ambito cinematografico; intendo, ovviamente, persone che con il cinema non ci lavorano o almeno non a tempo pieno, ma che hanno fatto scuole di recitazione o fanno molto teatro, doppiaggio, pubblicità….  Quindi, quando proponi un progetto che può essere accattivante, puoi trovare gente entusiasta  e con la voglia di mettersi in gioco. Sta a te stabilire i giusti ruoli in base alla disponibilità degli amici/attori, operatori, tecnici.

8. Qual è il pubblico del tuo film? Come lo hai cercato? Come lo stai coinvolgendo o lo hai coinvolto?

Il pubblico dei miei film è di sicuro quello che ama la commedia italiana che cerca di uscire un po’ dai canoni. Sono cresciuto con Troisi, Nuti, Verdone… Sono stati i miei principali ispiratori e miti. Amo la commedia velata di malinconia e che dia delle emozioni inaspettate. Amo i dialoghi reali, veri, sporchi, naturali. Questo, vorrei prima di tutto si notasse nei miei film: i personaggi devono sembrare reali al 100%. Almeno ci provo con tutto me stesso a renderli tali.

  1. Quali sono le aspettative distributive che ti sei posto? Come hai programmato di ottenerle?

Con Distribuzione Indipendente usciremo in qualche sala in tutta italia, concentrandoci piu su Roma, ovviamente. Per un piccolo film come “Peggio per me” è già una grandissima vittoria… Tutto quello che verrà sarà tutto di guadagnato.

  1. Hai negoziato con Sales Agents o Distributori? Se sì, puoi raccontarci il tuo approccio e la tua esperienza diretta?

Tornando al discorso di prima, sono riuscito ad avere Distribuzione Indipendente dalla mia parte grazie al mio film precedente “Giudizi Universali” che li aveva convinti molto ma che, per motivi legati soprattutto al copyright musicale, non avevano potuto distribuire. Per fortuna ” Peggio per me”  li ha convinti ancora di più ed è la dimostrazione che le relazioni professionali si devono costruire un pezzo alla volta.

  1. Nell’approccio con un Sales o un Distributore, qual è un consiglio valido che daresti a un autore/produttore alla prima esperienza?

L’unico consiglio che posso dare è FARE. Scrivere e girare sempre, fare il film che si vorrebbe vedere da spettatore. Bisogna fare di tutto per fare qualcosa di nuovo attirando l’attenzione, giorno dopo giorno, anno dopo anno. E’ una lotta duriussima, ma è l’unico percorso che si possa fare.

14. Puoi nominare cinque consigli “molto pratici”, e per te fondamentali, da dare a chi sta per produrre un piccolo film?

  1. Leggere e rileggere il manuale di sceneggiatura LA SCENEGGIATURA, IL FILM SULLA CARTA, di Syd Field.
  2. Circondarsi di attori e tecnici che abbiano una passione travolgente per il cinema.
  3. Scrivere la sceneggiatura adattandola sempre e comunque alle proprie possibilità di budget.
  4. In fase di ripresa  dirigere al meglio gli attori, perché la recitazione approssimativa rende amatoriale anche un lavoro dalla fotografia magistrale e dal budget ricco.
  5. Se possibile, il regista deve imparare a montare. Ormai al giorno d’oggi si può fare, con i programmi editing in versione casalinga. Io sono  un montatore dal 1996 e mi rendo conto quanto mi abbia aiutato sia come regista che nella confezione del film, sempre in costante aggiornamento. Un regista indipendente, oggi, deve essere anche un buon montatore.

Riccardo Camilli

Nato a Roma il 12 luglio del 1974, Riccardo Camilli ha frequentato la Scuola di Cinema Roberto Rossellini come montatore Cinematografico e Televisivo, diplomandosi nel 1994. Nel 1998 firma il suo primo lungometraggio interamente indipendente e a zero budget, girato in video 8, “Pongo”, a cui fanno seguito “Nessuno ci vuol bene” (1999), “Guarda che luna!” (2001, Migliore attore al Sonar 2002), “Abbiamo scherzato” (2003, opzionato dalla Brave Production e Ascent nel 2008), “Com’è bella la città” (2005, Miglior film CineMadeInLazio edizione 2006), “Giovani disponibili” (2008). Nel 2014 scrive, dirige e interpreta il corto pulp “Arturo e Adelina alla conquista dell’Amore” che fa parte del film indipendente collettivo “Adrenaline”, ideato da Daniele Misischia. “Peggio per me” è il suo ottavo lungometraggio.

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