Ci sono persone davvero fortunate. Sono quelle che conoscono gente influente, hanno un progetto interessante e con poco sforzo riescono a produrre molto. Il restante 95% dei filmmaker però deve lottare per veder prodotto il loro film e direi che tutti, o quasi, devono passare da 3 stadi fondamentali se vogliono ottenere dei risultati:
Primo: Sapere esattamente cosa vogliono.
Secondo: Fare un piano per ottenere quello che vogliono.
Terzo: Alzare il telefono e chiamare le persone che possono aiutare a trasformare il progetto in realtà.
Certamente si può pensare di andare a “networking events” sparsi per il mondo e cercare di presentarsi a tutti, tablet e script alla mano. Forse è pure una buona idea. Ma siamo onesti: di solito le persone che dovrete incontrare non sono a questo tipo di eventi.
Cosa fare quindi? Facile. Chiamare, chiamare, chiamare. Riuscirete a parlare con chi vi può davvero aiutare? Forse si, forse no. Ma se vi fate una lista di 100 persone e le chiamate tutte, non è impossibile che qualcuno vi stia a sentire, no? Se non imparate a chiedere ciò di cui avete bisogno, non riceverete mai l’aiuto indispensabile alla vostra crescita professionale.
Oltre a conoscere le persone che contano, dovrete rimboccarvi le maniche per “chiedere aiuto” a chiunque potrebbe realizzare il vostro progetto.
La buona notizia è che oggigiorno la tecnologia ci viene in aiuto. Esiste il crowdfunding, la camere DSLR sono molto economiche e le piattaforme VOD per distribuire contenuti sono accessibili. Questo significa che ogni giorno ci si può svegliare con un progetto in testa e cercare un modo realistico di realizzarlo senza troppi compromessi. Si potrebbe addirittura pensare di fondare uno studio di produzione e distribuzione personale. E con idee chiare, pianificazione e tanto lavoro non è impensabile poter raggiungere dei risultati. Guardate i The Jackal, per fare un esempio.
Una cosa però deve essere chiara: per ottenere questi risultati bisogna faticare.
Dovrete scrivere (o far scrivere) una sceneggiatura. Dovrete trovare attori e collaboratori con cui mettere in piedi tutto il baraccone (magari leggetevi anche il post Pochi soldi, molti amici. Il film nobudget. Dovrete trovare soldi e pagare queste persone. E infine dovrete bloccare una data per le riprese e faticare per tenere tutto a galla fino al montaggio finale e alla possibile vendita.
Se sarete fortunati, magari riuscirete anche a guadagnarci. Ma non sarà facile, già lo sapete.
Passeranno mesi e anni. I vostri amici si sposeranno e avranno figli. Avranno famiglie e alibi da affrontare. E molto probabilmente vi ritroverete soli, a trenta o quarant’anni a chiedervi se ancora vale la pena provarci o forse è meglio “mettere la testa a posto”.
In cosa consiste davvero il successo di un filmmaker?
Mentre la maggioranza dei cineasti sogna un futuro di tappeti rossi e fama planetaria, la vostra prospettiva dovrebbe essere ben più pragmatica. Per esempio, potreste voler realizzare solo alcuni progetti in un arco di tempo specifico senza perdere soldi. Anzi, magari guadagnando solamente il giusto.
E’ ovvio che la competizione è agguerrita là fuori. La tecnologia ha permesso una sovra produzione devastante negli ultimi anni: i mercati internazionali sono strapieni di cineasti indie alla ricerca di distributori. Per intenderci, l’offerta ha MOSTRUOSAMENTE sorpassato la domanda.
I giorni dei Minimi Garantiti sono passati. Oggi c’è bisogno di molto di più di un bel progetto nel cassetto per andare avanti. Bisognerà considerarsi imprenditori a tutti gli effetti e, come tali, comportarsi in tutte le fasi del processo.
Tre consigli
Nel 2018 è indispensabile avere chiara una cosa: noi siamo i primi responsabili nello scovare e costruire un pubblico per i nostri progetti. Questo apre le porte a sfide nuove, del tutto impensabili fino a 10 anni fa. Come poterle superare?
- Bisogna diventare Internet Marketers: o anche associarsi a qualcuno che sa far bene questo lavoro. I film oggi sono accessibili ovunque, dalla tv ai cellulari. Come risultato, dovrete muovere il vostro pubblico a differenti “punti di vendita” per convertire i semplici visitatori in pubblico pagante.
- Crowdfunding: riuscire a creare una campagna di successo richiede molto social networking, internet marketing e relazioni umane. A parte recuperare fondi, il crowdfunding è essenziale per testare il concept del film ancora prima di investirci soldi e tempo. Se diventa un successo, il crowdfunding permette di crearsi una mailing list di potenziali spettatori.
- Il pubblico è il vostro business: Lo scopo ultimo è creare una comunicazione che incoraggi le persone a segnarsi alla mailing list e diventare fan sfegatate di voi e del vostro film. Così, con qualsiasi progetto futuro vi presenterete, la vostra lista potrà continuare a crescere.
Come potete immaginare, in ogni campo è complicato avere successo. E se siete infangati di altri lavori, trovare il tempo per il vostro progetto diventa impossibile. Eppure, ci sono alcune strategie che possono aiutarvi a superare questo problema.
- Fate una lista di tutti i passaggi che dovreste fare per raggiungere il vostro obiettivo.
- Dividete i passaggi in micro-passaggi. Per esempio, se l’obiettivo è scrivere una sceneggiatura dividetelo in “scrivere una pagina al giorno”.
- Ritagliatevi almeno mezz’ora al giorno per avvicinarvi al vostro obiettivo.
Se seguite questi passaggi con tenacia e perseveranza sicuramente potrete raggiungere degli ottimi risultati in un tempo ragionevole. Se fate un calcolo, mezz’ora al giorno sono 3,5 ore alla settimana. O per meglio dire, 182 ore all’anno. Sapete quante cose si possono fare in 182 ore di duro lavoro? Tante.
E non dimenticate che il momento migliore per lavorare ai vostri progetti è la mattina presto. Ogni notte, prima di andare a dormire, preparate le cose da fare il giorno successivo e pianificate i passi che volete fare. Quindi svegliatevi presto e cominciate a lavorare.
Il segreto sta nel dividere le difficoltà incommensurabili della produzione in piccoli passi che possano essere gestiti. Se si prende la faccenda troppo di petto è facile essere sopraffatti con il triste risultato di abbandonare l’opera ancor prima di cominciarla.
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